[vc_row][vc_column offset=”vc_col-lg-9 vc_col-md-9″ css=”.vc_custom_1452702342137{padding-right: 45px !important;}”][stm_spacing lg_spacing=”80″ md_spacing=”80″ sm_spacing=”30″ xs_spacing=”20″][vc_custom_heading source=”post_title” use_theme_fonts=”yes” el_class=”no_stripe”][vc_single_image image=”7531″ img_size=”full”][vc_column_text css=”.vc_custom_1614238067840{margin-bottom: 20px !important;}”]Il raggiungimento dei risultati è ostacolato da una rilevante interferenza che prende corpo nei famigerati “buoni propositi”: la nemesi del pensiero strategico.
Ragionare per “buoni propositi” è un comportamento diffuso e tramandato: sembra derivare storicamente dagli Antichi Romani che esprimevano buoni propositi a Giano, il dio da cui deriva proprio il nome del mese di inizio anno: Gennaio (il nome latino era infatti Ianuarus). Giano rappresentava il dio degli inizi, nonché una delle divinità più antiche e importanti della mitologia romana.
La mente ne genera continuamente, e spesso derivano degli impulsi neurologici ricevuti dall’esterno tramite video, immagini e pubblicità, status: una sollecitazione flebile al cambiamento.
Il canonico. “da lunedì inizio la dieta”, per essere chiaro.
Nell’ambito professionale, che presenta un contesto deontologico basato principalmente sui risultati e relative misurazioni, essere vaghi è un comportamento che genera diverse difficoltà oltre che problemi da risolvere: un’ iniziativa che non si trasforma in un piano d’azione concreto rimarrà tempo perso e genererà confusione.
Come trasformare un proposito in realtà, tangibile?
Il primo passo: Definire
I buoni propositi sono volontà astratte senza accezione pratica: la prima soluzione è traslare un buon proposito in un obiettivo.
In questo modo la visione sarà molto chiara: definendo l’intenzione in maniera precisa e comprensibile, con il metodo S.M.A.R.T., acronimo citato per la prima volta in una pubblicazione del 1981 da George T. Doran e ampliato successivamente dal professor Robert S. Ruben.
- Specifico
- Misurabile
- Ambizioso
- Realistico
- Temporale
Sono gli obiettivi misurabili ed i relativi strumenti tecnici che permettono di monitorare progetti, non i buoni propositi.
Ritengo quindi corretto parlare di due argomenti coadiuvanti per aumentare ulteriormente efficacia professionale.
Il “Mindset”
Il termine mindset significa letteralmente “mentalità” ed è indicato per descrivere un atteggiamento o modalità di porsi davanti alle sfide e agli eventi da affrontare.
Questa definizione è stata approfondita dalla docente di psicologia della Stanford University, Carol Dweck, scoprendo che una delle convinzioni più radicate riguarda il modo in cui vediamo le abilità, nostre e altrui.
Nello specifico, Carol Dweck ha individuato due tipologie di mentalità:
- Statica (“fixed mindset”) 🡪 pensiero statico, senza confronti e discussioni: pigrizia, orgoglio e paura le parole chiave
- Dinamica (“growth mindset”) 🡪 forma mentis orientata al miglioramento, alla crescita e sviluppo personale, la cui leva principale è il desiderio di imparare
Nella realtà professionale il mindset fa la differenza perché rappresenta l’ago della bilancia tra ciò che è possibile controllare e ciò a cui dobbiamo essere pronti a reagire.
In questa ottica, è possibile scegliere il modo di affrontare determinate decisioni o necessità.
“Il dipendente è un costo e dovrà fare ciò che dico io”
“Il dipendente è un valore aggiunto: verrà selezionato in maniera idonea, cercando caratteristiche che saranno molto utili allo sviluppo del servizio.”
Con questo esempio, vediamo due prospettive diametrali ma un bisogno identico: trovare personale.
La qualità del risultato risiederà invece sulla scelta del mindset adeguato da utilizzare per approcciare correttamente alla sfida.
Analizzare il metodo
“non poter fare diversamente, o credere di non poter fare diversamente?”
Abbiamo osservato come la definizione tecnica di un obiettivo prevede 5 elementi che supportano il processo di realizzazione e forniscono le parole chiave per tracciarne il percorso realizzativo.
Più vengono orientati su risultati ambiziosi e distanti nel tempo, meno sarà facile raggiungerli.
Quindi, come creare applicazione pratica?
Trovo molto utile sviluppare il “Piano di Progetto”: un documento che può essere realizzato su un foglio di calcolo e racchiude 3 step fondamentali per creare pianificazione di base:
- Risorse: tutte il necessario per la realizzazione di un progetto (risorse umane, attrezzature, software, ecc.).
- Mansioni: tutte le aree di responsabilità che definiranno i metodi operativi: quali sono le cose da fare, chi farà cosa, da stabilire.
- Attività: elementi quali lo stato delle mansioni, il tempo, priorità, risorse umane e finanziarie devono essere attentamente monitorati durante l’intero progetto .
Dopo aver definito le macro aree, seguirà la suddivisione nelle cosiddette fasi di gestione, che possiamo elencare: avvio, definizione e pianificazione, esecuzione, implementazione, controllo e chiusura.
Per Chiudere
In questo articolo abbiamo visto le componenti chiave per pianificare correttamente un sistema di lavoro:
- Obiettivo: chiaro, definito e stabilito, utilizzando il metodo SMART
- Mindset: forma mentis necessaria per approcciare alle nuove sfide con una mentalità produttiva
- Piano di Progetto: documento necessario per schedare la strategia, i compiti operativi e le modalità di controllo e supervisione
Ragionare su questi tools è di estrema attualità: il Covid-19 ci posiziona in un contesto che porterà inevitabili cambiamenti delle nostre modalità operative.
Sarà importante nei prossimi mesi eliminare il superfluo, non limitandosi a buoni propositi ma orientarsi per adottare dei potenziali cambiamenti strutturali: sfruttare nuove tecnologie o metodologie di contatto, vendita, marketing, per creare ottimizzazione e chiarezza.
Posso aiutarti?[/vc_column_text][stm_spacing lg_spacing=”40″ md_spacing=”40″ sm_spacing=”20″ xs_spacing=”10″][/vc_column][vc_column width=”1/4″ offset=”vc_hidden-sm vc_hidden-xs”][stm_spacing lg_spacing=”80″ md_spacing=”80″ sm_spacing=”30″ xs_spacing=”20″][stm_sidebar sidebar=”527″][/vc_column][/vc_row][vc_row full_width=”stretch_row” css=”.vc_custom_1459505959648{margin-bottom: -60px !important;}” el_class=”third_bg_color”][vc_column width=”2/3″][vc_cta h2=”Vuoi approfondire questi temi con me?” h2_font_container=”font_size:20px|color:%23000000|line_height:24px” h2_use_theme_fonts=”yes” txt_align=”center” shape=”square” style=”flat” add_button=”right” btn_title=”Scrivimi” btn_style=”flat” btn_color=”theme_style_2″ btn_align=”right” btn_i_align=”right” btn_i_icon_fontawesome=”stm-email” use_custom_fonts_h2=”true” btn_add_icon=”true” btn_link=”url:http%3A%2F%2Fmatteogamberi.it%2Fcontatti%2F|title:Contatti%20%E2%80%93%20Richiedi%20un%20preventivo%20o%20informazioni” el_class=”third_bg_color” css=”.vc_custom_1613914736813{margin-bottom: 0px !important;}”][/vc_cta][/vc_column][vc_column width=”1/3″][/vc_column][/vc_row]