[vc_row][vc_column offset=”vc_col-lg-9 vc_col-md-9″ css=”.vc_custom_1452702342137{padding-right: 45px !important;}”][stm_spacing lg_spacing=”80″ md_spacing=”80″ sm_spacing=”30″ xs_spacing=”20″][vc_custom_heading source=”post_title” use_theme_fonts=”yes” el_class=”no_stripe”][vc_single_image image=”7562″ img_size=”full”][vc_column_text css=”.vc_custom_1617700615608{margin-bottom: 20px !important;}”]Avete avuto occasione di osservare alcuni manager con due diffusi (e contrapposti) stili di gestione? chi ad esempio accentrava con il micro-management, altri invece utilizzavano una delega eccessiva.
Non sono mai stato convinto della pratica di un unico stile di leadership, in quanto ogni collaboratore è singolare e richiede un determinato approccio: in qualità di leader, dobbiamo trovare il giusto equilibrio per ognuno, creando le condizioni per lavorare al meglio.
Tempo fa, per entrare maggiormente nel merito di queste tematiche, ho letto “Eleven Rings” di Phil Jackson, allenatore pluri vincente NBA.
Sono rimasto colpito: impossibile non osservare la sua capacità di cogliere e sentire. è unico nella personalità, nello stile di leadership e nel modo in cui sviluppa le relazioni: in una realtà in cui i leader si fondono in stereotipi con linee sempre più demarcate, ci sono a mio avviso diverse lezioni da imparare leggendo i suoi libri.
Questo articolo è scritto per approfondire, in otto punti, la sua mentalità, traslandola nel nostro lavoro: vorrei incuriosirvi raccontando con un “taglio” differente alcune temi di Leadership che, personalmente, mi hanno fornito alcuni spunti proattivi di riflessione.
Cominciamo.
Chi è Phil Jackson?
Uno dei più grandi allenatori nella storia del Basketball: possiede attualmente la più alta percentuale di vittorie della NBA Hall of Fame, insieme ai suoi 11 campionati vinti (più 2 da giocatore). Ha allenato i Chicago Bulls di Michael Jordan (89/90 – 97/98) ed i Los Angeles Lakers del compianto Kobe Bryant (99/00 – 10/11).
Viene definito il “Maestro Zen”: ciò per il fatto che le sue pratiche di coaching, piuttosto singolari, hanno integrato la meditazione alla sua capacità di ispirare; una guida in grado di risvegliare e sfidare la vera natura dei giocatori, non alimentando il loro ego ma facendo percepire l’importanza di ogni ruolo all’interno del team.
Nel corso degli anni (e dei campionati vinti) ha sviluppato un approccio alla leadership basato sulla libertà, sull’essere autentici e altruisti nel mondo competitivo degli sport professionistici.
Un Aneddoto
Jackson esortava i giocatori a scrivere liberamente poesie o lettere, da leggere rigorosamente ad alta voce durante incontri e riunioni: riteneva giusto stimolare lo spirito creativo interiore e di scambio empatico degli uni verso gli altri, e nonostante lo scetticismo iniziale riuscì nell’intento di generare energia positiva da questo rituale.
La fine della dinastia Bulls, vinto l’ultimo campionato, culmina all’interno del campo di allenamento, in cui i giocatori raccolti in cerchio incendiano le loro lettere: il simbolo di chiusura del percorso collettivo. Molti membri della squadra infatti, incluso Jackson, cominceranno nuove sfide altrove.
Ciò testimonia il valore della fiducia nel leader, derivante dalla sua genuinità.
Essere autentici, paga.
Uno dei principali motivi per cui le tattiche di Jackson sono diventate leggenda, è dato dalla capacità di allontanarsi dal modello autoritario di leadership diffuso nello sport (in particolare modo negli anni in cui lui allenava) a discapito di una metodologia maggiormente situazionale e morigerata: non ha imposto la propria visione, ma convinto il team della relativa efficacia.
Ha studiato e compreso la psiche dei suoi giocatori, facendo breccia in modo consensuale nelle loro menti, cogliendo i loro punti di forza e debolezza migliorandoli allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. Ha sempre lavorato duramente sull’approccio e sugli aspetti motivazionali.
Ma quali sono i punti cardine di una mentalità così orientata ai risultati?
1. Porta la tua personalità (e il tuo entusiasmo) nel lavoro.
Fare ciò crea forte connessione con chi ti circonda. La capacità di un leader è direttamente proporzionale alla volontà di integrare il proprio interesse nel team, per farli diventare le fondamenta su cui costruire il gruppo. Ad esempio, Jackson ha preso un particolare interesse per la spiritualità e il buddismo zen, inclusa la pratica della meditazione: la teoria alla base della pratica era quella di sviluppare unità tramite la respirazione condivisa e sincrona. Un rito collettivo, che si traduceva in coesione sul campo.
“Il cervello richiederà attenzione ma, come lanciare un sassolino in acqua, le sue onde inizieranno presto a ritirarsi, seguito da un periodo di meravigliosa tranquillità”.
2. Non inseguire una “formula vincente”
Invece di inseguire una “formula vincente” da applicare a prescindere, ci si dovrebbe proiettare a necessità di adattamento continuo.
Il mondo è in continua evoluzione, non esiste un asset che non può cambiare. Ciò che ha portato al successo in passato potrebbe non portare al successo in futuro: essere disposti a cedere ciò che ha funzionato per continuare ad evolversi è un mindset appropriato.
Questo è un concetto da trasmettere ai collaboratori. I bravi leader sono molto più concentrati nel rendere grandi coloro che li circondano: la vera leadership consiste nell’imparare a guidare “dall’interno verso l’esterno” e nell’essere autentici con la propria voce interiore, imparare a ricevere critiche e rimanere costruttivi.
3. Il Team
Jackson ha iniziato a promuovere la sua politica “una squadra, un respiro” per portare consapevolezza all’interno del gruppo. Meditando all’unisono, i giocatori possono coltivare un tipo di “coscienza di gruppo” e una sensazione di interconnessione tra loro.
Secondo il suo punto di vista, è una prerogativa che i buoni team debbano imparare a lavorare in modo coeso: “il tutto rappresenta più della somma delle sue parti”. L’obiettivo è portare armonia e unità.
“Per quanto solleviamo ferro e corriamo per accrescere la nostra forza, dobbiamo aumentare la nostra capacità mentale e concentrarci, per essere in peno concerto l’uno con l’altro”.
4. Comprensione dei diversi ruoli
Ci vuole più del semplice talento grezzo per costruire un grande team, motivo per cui è fondamentale riconoscere il contributo di ogni singolo membro ed il modo in cui si inserisce nel quadro più ampio. Questo permette di tirare fuori il meglio l’uno dall’altro, dando a ciascuno uno spazio per liberare le proprie abilità naturali e individuali.
Un buon leader non conosce solo i punti di forza dei singoli giocatori , ma anche il modo in cui devono essere impiegati per rafforzare il team.
“Ciò che conta è giocare nel modo giusto e avere il coraggio di crescere, sia come esseri umani che come giocatori. Quando lo fai, il risultato si prende cura di se stesso.”
5. Condivisione dell’autorità
Piuttosto che essere un “maniaco del controllo” e accentrare, è preferibile coltivare il leader interiore di ognuno (consentendo un determinato grado di controllo e potere).
Un grande leader coltiva molti buoni leader.
“Dopo anni di sperimentazione, ho scoperto che più cercavo di esercitare direttamente il potere, meno ne possedevo. Ho imparato a ridurre il mio ego e distribuire il potere il più ampiamente possibile senza rinunciare all’autorità finale. L’approccio più efficace è delegare l’autorità per coltivare anche le capacità di leadership di tutti gli altri. Quando sono in grado di farlo, non solo creo l’unità di squadra che permette a tutti di crescere, ma anche – paradossalmente – di rafforzare il mio ruolo di leader “
6. Trattare ugualmente vittorie e sconfitte
Dopo una sconfitta bruciante, a Jackson furono poste due domande: cosa avrebbe fatto dopo aver lasciato l’arena in caso di vittoria, ed in caso di sconfitta. La risposta fu medesima per entrambi gli scenari: sarebbe tornato a casa e avrebbe mangiato la cena preparata da sua moglie.
Ciò per dimostrare l’importanza del mantenere l’equilibrio, sia che si vinca, sia che si perda.
Nessuna singola sconfitta o vittoria definisce un individuo, in quanto i sentimenti emozionali sono temporanei. Tristezza per una perdita e felicità per una vittoria: nessuno di questi sentimenti dominerà per molto tempo, e non intaccherà il quadro generale.
“Nel basket – come nella vita – la vera gioia deriva dall’essere pienamente presenti in ogni singolo momento, non solo quando le cose vanno bene. Naturalmente, non è un caso che le cose vadano per il verso giusto, quando smetti di preoccuparti di vincere o perdere e focalizzerai la tua piena attenzione su ciò che sta accadendo in questo momento.
7. A volte, i manager non possono migliorare una cattiva cultura
“Una squadra alla ricerca della sua anima”: Jackson definisce così le difficoltà nella sfida interna di gestire la dinamica di potere tra i due grandi nomi – Kobe Bryant e Shaquille O’Neal – oltre al suo rapporto sempre peggiore con Byrant.
Nonostante abbiano la migliore squadra della NBA, i Lakers perdono.
La lezione da assorbire è che anche i migliori manager, tipicamente astuti quando si tratta di relazioni, non possono sempre avere una integrazione eccellente in tempi brevi. La cultura è un aspetto aziendale molto difficile da sovvertire, ed è possibile trovarsi in situazioni con aspetti al di fuori del proprio controllo.
Esistono una serie di fattori che giocano un ruolo importante, come il personale “ereditato” e la pressione data da elementi che si ritengono al di sopra delle gerarchie. Nonostante un livello tecnico alto, determinate condizioni impediscono la produzione dell’unità necessaria per vincere.
La “cultura” è un organismo in continua evoluzione e nessun leader è perfetto. Tutti hanno preoccupazioni e dubbi, ma Jackson dimostra che comprendendo, prendendosi cura dei valori aziendali includendo anche i “non conformisti”, le organizzazioni possono trarre grandi vantaggi.
8. “Il nemico è prezioso”
Jackson ha sperimentato quello che viene chiamato “il dono del nemico”. Creava le condizioni necessarie per fare si che la sua squadra vedesse ogni avversario come stimolo: solo gli ostacoli possono davvero tirare fuori il meglio, portando ad una crescita.
Un mindset corretto utilizza le difficoltà come carburante, per sforzarsi maggiormente e andare oltre. La presenza di un obiettivo da superare supporta nel mantenersi psicologicamente attivi non diventando compiacenti: l’umiltà deve rimanere un valore imprescindibile, per comprendere a fondo questo concetto.
In chiusura, lascio a voi gli adeguati spunti di riflessione, anche tramite un ultimo estratto:
“In qualità di leader, concentrarti solo su come vincere ti renderà pazzo, ossessivo e controproducente. Quello che puoi fare è creare le migliori condizioni possibili per il successo”[/vc_column_text][stm_spacing lg_spacing=”40″ md_spacing=”40″ sm_spacing=”20″ xs_spacing=”10″][/vc_column][vc_column width=”1/4″ offset=”vc_hidden-sm vc_hidden-xs”][stm_spacing lg_spacing=”80″ md_spacing=”80″ sm_spacing=”30″ xs_spacing=”20″][stm_sidebar sidebar=”527″][/vc_column][/vc_row][vc_row full_width=”stretch_row” css=”.vc_custom_1459505959648{margin-bottom: -60px !important;}” el_class=”third_bg_color”][vc_column width=”2/3″][vc_cta h2=”Vuoi approfondire questi temi con me?” h2_font_container=”font_size:20px|color:%23000000|line_height:24px” h2_use_theme_fonts=”yes” txt_align=”center” shape=”square” style=”flat” add_button=”right” btn_title=”Scrivimi” btn_style=”flat” btn_color=”theme_style_2″ btn_align=”right” btn_i_align=”right” btn_i_icon_fontawesome=”stm-email” use_custom_fonts_h2=”true” btn_add_icon=”true” btn_link=”url:http%3A%2F%2Fmatteogamberi.it%2Fcontatti%2F|title:Contatti%20%E2%80%93%20Richiedi%20un%20preventivo%20o%20informazioni” el_class=”third_bg_color” css=”.vc_custom_1613914736813{margin-bottom: 0px !important;}”][/vc_cta][/vc_column][vc_column width=”1/3″][/vc_column][/vc_row]